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ché, mentre i dolci rai mi guardan fiso,
fra l alme luci scorgo il paradiso. 9
CCXXII
Se preso mai si vide un uom contento
io son quell uno, che sì chiaro nodo
mi veggio al collo, ché del laccio godo
ed altro che gioir d Amor non sento. 4
Il dolce lampeggiar, il rar concento
d alme virtuti senza inganno e frodo,
che  n vui s han fatto  l seggio, fan ch io lodo
Amor, ch ogn altra fiamma in cor m ha spento. 8
E quante volte aven ch io mi ritrovi
fra vaghe donne e senta lor parole,
non è ch a par di vui mi piaccia o giovi; 11
ché tanta altezza il ciel donar vi suole
che tutte l altre a vostri motti novi
son come stelle al gran splendor del sole. 14
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Letteratura italiana Einaudi
Matteo Bandello - Rime
CCXXIII
Se Porzia doppo Bruto star in vita
non volse, per soperchio e grande amore,
come non le bastava il sol dolore
a far del mondo l ultima partita? 4
E quella ch ogni istoria mostra e addita,
Lucrezia, avendo perso il casto onore,
perché col ferro si trafisse il core
se tanta doglia in petto aveva unita? 8
Ché essendo a me portato il fiero messo,
com era anciso il caro mio consorte,
al tristo suon mi fu  l morir concesso. 11
N altre arme fur bisogno a darmi morte,
ch un extremo dolor, un grave excesso
han seco, di propinquo, un aspra sorte. 14
CCXXIV
Amante non fu mai sì fuor di speme,
n alcun mai visse con sì fiero pianto,
come viv io che dal mattino a sera
e, quando poi s asconde il sol, la notte,
mai sempre piango e cerco far mia vita
con le silvestri fiere in antri e boschi. 6
Errando vo per solitarii boschi,
ove Amor mi conduce senza speme
d aver tranquilla un giorno questa vita,
e tanto sono avezzo al duol, al pianto,
ch altro non faccio ne la scura notte,
quando veggio imbrunir la tarda sera. 12
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Letteratura italiana Einaudi
Matteo Bandello - Rime
Anzi pur tutto il giorno, sin a sera,
come fera cacciata in piagge e boschi,
fuggo piangendo e quando vien la notte,
d ogni allegrezza privo e d ogni speme,
allargo il freno al più dirotto pianto
per finir presto questa amara vita. 18
Or chi vol cerchi di godersi in vita
e lieto viva notte giorno e sera;
me tanto afflige questo acerbo pianto
che paio un cittadin de folti boschi,
n altro m avanza più che sol la speme
di chiuder gli occhi con perpetua notte. 24
Morte è colei che sola questa notte
può darmi, se mi tronca l aspra vita;
ma sì mi fugge d ogni ben la speme
ch io non spero trovar pur una sera
che lieto mi conduca fuor de boschi,
ove son chiuso in sempiterno pianto. 30
Né creggio mai finir l amaro pianto
che più m afflige ogn or, e giorno e notte;
non vive augel in ramo o fiera in boschi
ch abbian di me più travagliata vita,
a cui finisce il giorno inanzi sera
privo di pace, di conforto e speme. 36
Manca la speme e cresce ogn or il pianto
e dal mattino a sera, e poi la notte,
meno mia vita come augel di boschi. 39
CCXXV
Rivolgi il dolce riso in aspro pianto,
alma, ch oggi vedesti il cor morire,
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Letteratura italiana Einaudi
Matteo Bandello - Rime
né sperar di poter giamai gioire
ché doglia sol si scopre in ogni canto. 4
Ite, mie Muse, altrove e  l vostro canto
date a più lieti amanti, che al desire
la speme aggualian; nui vogliam finire
piangendo nostra sorte in nero manto. 8
Ché madonna, più dura assai che pietra,
non vol udir i crudi miei lamenti,
anzi di giorno in giorno più s impietra. 11
Lascio le rime, lascio i dolci accenti
e spezzo di dolor mia roca cetra;
meglio è presto morir che star in stenti! 14
CCXXVI
Piangi, viator, ch ogn uom che passa piange,
e riverente adora questa pietra,
ove le fredde e belle membra impietra
Antonia che, morendo, ogni cor ange. 4
Per lei l arco e la lira Apollo frange,
certo mai non sentir sì altera cetra,
la cui dolcezza ogn altra fama aretra
dal Pado a l Istro, da l Eurota al Gange. 8
Spesso fu visto al suon leggiadro e santo
fermarsi intento il ciel ed ogni stella,
sì dolce con la lira mosse il canto. 11
L alma con Giove sede in l alta sella;
la Fama al mondo vola e  l casto manto
copre questa urna fra le belle bella. 14
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Letteratura italiana Einaudi
Matteo Bandello - Rime
CCXXVII
Non percosse giamai fra duri scogli
nave, da venti combattuta e pioggia,
né Giove irato folgorando legno
con tal ruina svelse in monti e valli,
com or si trova la mia stanca vita
che fa piangendo duo correnti fiumi. 6
Rivi, fontane, laghi, mari e fiumi,
ricche cittati, apriche piagge e scogli,
non vider mai più sfortunata vita;
ovunque io mi rivolgo un aspra pioggia
cade dal cielo, che per basse valli
girami, lasso, come l onde un legno. 12
Senza timone e vela in vecchio legno
menar mi lascio da veloci fiumi
che  n mezzo d alti monti van per valli,
colmi di pietre, intoppi e d aspri scogli,
e, balenando il ciel, con tuoni e pioggia
di morte sfida la mia persa vita. 18
Afflitta e fuor di speme, la mia vita
in mar si trova in disarmato legno,
ch ad ogni vento, ed ogni poca pioggia
e quando van superbi i grandi fiumi,
spesso mi spigne fra sassosi scogli
qual sterpe che ruina giù per valli. 24
Così fuggendo da l ombrose valli
entrai ne l alto a l amorosa vita,
tal che, fra mille groppi e mille scogli,
errando corsi col mio fragil legno
ch al fin si ruppe in mezzo di duo fiumi,
oppresso da tempesta e densa pioggia. 30
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Letteratura italiana Einaudi
Matteo Bandello - Rime
Lasso, che lagrimando, fredda pioggia
me  ngombra, sì che le campagne e valli
son molli del mio pianto, e tutti i fiumi
prendon tributo da mia dura vita;
il mar turbato ancor travaglia il legno
fra l onde incerte e  dubbïosi scogli. 36
Quando ramento i scogli e l atra pioggia
che d alto legno mi sospinse in valli,
canzon, mia vita fa de gli occhi fiumi. 39
CCXXVIII
Quella angelica, dolce, ardente vista
ove pose Natura il foco e l esca
di che sì dolcemente Amor m invesca,
quanto più piagne meno si contrista. 4
Ché mentre il bel cristal ch altrui sì atrista
giù per le guancie il foco le rinfresca,
prende un splendor che quindi par che n esca
come dal sol rugiada il lume acquista. 8
E così allor più vaga assai si mostra
che quando alzata con sua gran beltate
la bella aurora il ciel n indora e inostra: 11
felice giorno quanso sì beate
vidi quell alme luci dove giostra
quant ha di bello questa nostra etate. 14
CCXXIX
Per quel dolce penser che notte e giorno
mai sempre alberga nel mio stanco petto, 2
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